“Siamo ciò che mangiamo”. È persino banale iniziare un articolo sull’etica dell’alimentazione con l’abusata citazione del filosofo bavarese Ludwig Feuerbach. Eppure, anche se sappiamo quanto il cibo incida sulla nostra salute fisica e mentale, sembra che non lo abbiamo ancora capito abbastanza.
Lasciamo Feuerbach, acceso detrattore del dualismo di anima e corpo, e bussiamo alla porta di Graziella Migot che, naturalmente, ci apre quella della cucina da dove escono colori e profumi molto invitanti.
Graziella studia l’alimentazione e i suoi effetti sulla coscienza, oltre che sul corpo, da quasi 40 anni. È una pioniera in provincia di Treviso, che abbracciò il vegetarianesimo quando non era certo una moda.
«Anzi – ci interrompe – venivi proprio guardata con diffidenza».
Graziella, in poche battute, qual è stato il suo percorso in tema di scelte alimentari?
«L’anno in cui è cambiata la mia vita è stato il 1980. Mio marito si ammalò seriamente e intraprese un percorso salutistico che prevedeva l’assunzione di sole mele per 40 giorni… Lo feci anche io per solidarietà pensando che dopo la dieta tutto sarebbe tornato come prima. Invece, in quel mese e mezzo, è cambiata radicalmente la mia visione della vita. Mi sembrò di essere rinata la seconda volta…»
E poi?
«Poi ho cominciato a studiare per capire quello che mi era successo. Ho capito che la dieta vegetariana, che esclude la carne e il pesce, ci radica di più nella vita, ci fa sentire maggiormente connessi con il Tutto. Sei anni fa, quindi, è avvenuto un nuovo passaggio “storico”: mi avevano diagnosticato una dermatite autoimmune; per tenere sotto controllo la quale avrei dovuto assumere farmaci per tutta la vita. Prima di arrendermi alle medicine ho provato con l’alimentazione: smisi di assumere le uova e, soprattutto, i formaggi…»
E com’è andata?
«Ho dovuto mettere in campo tutta la mia forza di volontà perché, se anni prima togliere dalla mia dieta la carne non era stato faticoso per me, lasciare i formaggi fu molto molto difficile. Dovetti mettere in campo tutta la mia forza di volontà: il formaggio infatti è un alimento che crea dipendenza. Ma ce l’ho fatta ed è sparita anche la dermatite… L’aspetto, però, più interessate è stato un altro: l’ulteriore salto di consapevolezza. Si è ulteriormente approfondita la mia sensibilità e il mio modo di relazionarmi con me stessa, con gli altri e con la Vita.»
Che relazione c’è tra cibo e stato di coscienza?
«Corpo, mente e spirito non sono dimensioni separate. Agire in un certo modo sul o nel nostro corpo influenza i nostri pensieri, le nostre emozioni, il nostro stare. Quando ci nutriamo con alimenti morti, tutto il nostro essere entra in connessione con quella vibrazione, che è una vibrazione bassa. Quando invece ci alimentiamo con elementi vivi, come la frutta, la verdura specie se crude, corpo e mente entrano in vibrazione con energie più elevate e di conseguenza riusciamo a connetterci con pensieri più alti, positivi, e stati d’animo di pace, armonia, gioia».
Lei lo ha provato…
Sì. Ne sono testimone. Ho sperimentato che la scelta del cibo può accelerare (o rallentare) la nostra evoluzione interiore. Per me è stata una bellissima scoperta, che ha cambiato la mia vita. La auguro a tutti.
Cucinare vegano è difficile?
«Ma no, è divertentissimo. Nei miei corsi, che definisco di cucina naturale, insegno molti trucchi per introdurre una dieta vegana senza perdere il piacere del mangiare e senza perdere tempo. Lo so per esperienza: nelle famiglie si ha poco tempo di stare ai fornelli. Basta imparare a ottimizzare tempi.»
Cosa risponde a chi dice: “Questa cosa non fa per me, a me la carne piace tanto…”
«Alle persone che incontro e che avanzano questa obiezione suggerisco di provare a togliere la carne per qualche giorno e osservare cosa accade. Se si riesce ad entrare in un’altra vibrazione, in un sentire diverso, la mente diventa più lucida e si possono fare scelte più consapevoli».
Si sta diffondendo una consapevolezza diversa?
«Sì, molto. Soprattutto tra i giovani. Molti ragazze e ragazzi diventano vegetariani per una ragione etica ed ambientale: non uccidere gli animali e combattere l’inquinamento del pianeta (gran parte del quale prodotto dagli allevamenti animali), e questo è molto importante. Bisogna però introdurre una dieta sana ed equilibrata, perché togliere la carne e il pesce e poi continuare a mangiare schifezze non è buono per la salute».
Graziella, assieme alle figlie Diana e Annachiara Zottarel, tiene corsi di cucina naturale presso il centro culturale Estrada di Treviso e altri centri o strutture (anche su invito) di tutta la provincia.