“Il rapporto Uomo Donna nella società occidentale, quali orizzonti e quali equilibri sono auspicabili”
SPRESIANO 9 marzo 2017 ore 20.15
Il tema proposto per l’incontro di GIOVEDÍ 9 MARZO a Spresiano circoscrive, nella sua formulazione, il ‘rapporto Uomo-Donna’ nella cultura dell’Occidente, evitando così il rischio di pericolose ipotesi di Universalità, che, come ben sappiamo, possono condurre all’illusione di considerare la propria “Verità”, il proprio punto di vista, quello ‘giusto’ e quindi l’unico degno di essere universale. Grazie all’associazione CuoriDiluce per questa delimitazione, che ci impone una riflessione già da subito sul significato e il valore della DIFFERENZA per costruire una società di Pace.
Ritengo che il rinnovamento del rapporto uomo-donna nella nostra società, in vista di un nuovo equilibrio, passi attraverso quattro momenti chiave, nel proprio sviluppo individuale come in quello collettivo.
- Il RICONOSCIMENTO, da parte delle donne, innanzitutto (per motivi storici evidenti, date le innegabili caratteristiche patriarcali della nostra società) della propria identità di genere, della propria dignità nella differenza di valori e atteggiamenti; tale operazione può essere condotta attraverso il recupero della propria storia, della conoscenza di chi, nel passato ma anche nella contemporaneità, in quanto donna ha contribuito con la sua azione ‘differente’ allo sviluppo della nostra comunità umana.
- La RICONCILIAZIONE, che a questo punto può avvenire, proprio con quei valori che abbiamo riconosciuto come identitari del nostro essere donne e che abbiamo riscoperto e rivalorizzato. Possiamo considerare, ad esempio, l’Accoglienza, l’Ascolto, l’Attesa, il Pudore, la Memoria, la Cooperazione, la Narrazione, che spesso nella nostra società contemporanea sono considerati di serie b. Questo processo di Riconciliazione permette di disporsi con maggiore consapevolezza all’Integrazione di Maschile-Femminile, che sarà alla base del nuovo equilibrio Uomo-Donna in futuro.
- Il NON GIUDIZIO. Più che di un momento, si tratta di un atteggiamento che ritengo imprescindibile per costruire una società realmente pacifica. Si tratta di un modo di porsi che va coltivato costantemente, perché molto difficile da realizzare. Nella tradizione buddista potremmo identificarlo con lo strumento ideale per sviluppare Upekka, l’equanimità di fronte alla realtà. Senza questa disposizione d’animo, il conflitto è continuamente dietro l’angolo, con noi stessi (senso di colpa) e con l’altro (superiorità/inferiorità). La pratica costante della Meditazione può aiutare molto per maturarlo, ma non lo garantisce.
- INSIEME. Quest’ultima parola mi pare possa sintetizzare tutto il processo che, credo, vada intrapreso coscientemente. La consapevolezza che siamo UNO, va esperita attraverso l’efficacia dell’attività collettiva, della comunità, del gruppo, nel rispetto della DIFFERENZA di ogni singolo individuo, della sua originalità e dignità. Così, il valore dell’integrazione, dell’unione non sarà un’idea astratta, ma un’esperienza viva e autentica. Credo fermamente che solo dalla consapevolezza del valore della propria diversità possa sorgere il valore della diversità dell’altro.
Gelong Roberta Bravin