DEBORAH COMPAGNONI
La più vittoriosa sciatrice di tutti i tempi è testimonial del Treviso YogaDay 2016.
Deborah Compagnoni è una yogini naturale. L’essenza dello yoga, l’unione, l’ha imparata molto prima di conoscere e praticare questa disciplina orientale. L’ha imparata lassù, tra le sue montagne dell’Alta Valtellina, quando, da bambina, accompagnata dal padre Giorgio, guida alpina, passeggiava o sciava nei boschi.
«Nella mia infanzia e adolescenza, senza saperlo, ho avuto il dono di fare yoga in forma naturale, immersa in un ambiente bello, a contatto con la natura e gli animali, tra persone semplici e genuine, senza la pressione di dover dimostrare qualcosa…».
Ma c’è un’altra immagine che ha accompagnato la sua infanzia. La visione di mamma Adele che, nella sua stanza profumata di legno di pino, da utodidatta, provava a costruire gli asana seguendo le istruzioni di un libro. «Ora lo capisco, è stata una pioniera. Ho un ricordo nitido: io a 6-7 anni che la osservo entrare nelle posizioni e questo suo libro con la scritta “yoga”, a lettere cubitali, sulla copertina…». Poi è venuto il tempo della competizione e dell’agonismo. Un tempo segnato da successi straordinari, unici, e dolori altrettanto grandi. Un tempo in cui lo yoga si praticava per gestire lo stress, aumentare la concentrazione, infi ne vincere. Ma, anche, per accettare i limiti del corpo, gli infortuni che ti bloccano, ti mettono fuori gioco, mentre le tua mente aveva già tagliato il traguardo.
E poi per ripartire. Rimettersi in pista. Ricominciare e vincere ancora.
«Ho imparato ad accettare ciò che accadeva, anche se negativo. A non entrare in opposizione. In fondo vincere non era prioritario. Io continuavo ad essere me stessa, un’altra cosa rispetto all’atleta che vinceva o perdeva, che gareggiava o rimaneva ferma per il legamento rotto…». Distacco, vairagya: uno dei pilastri dello yoga.
Gli avrebbe dato questo nome solo anni dopo.
Gli scarponi da sci al chiodo la campionessa non li appenderà mai. Quando può, fugge dalla bella casa di Ponzano Veneto e torna tra le sue montagne a solcare le piste innevate.
E quando è nella Marca fa yoga. Una passione ormai di famiglia. Che ha contagiato anche il marito Alessandro. E soprattutto la fi glia più piccola, Luce, che di tanto in tanto pratica con la mamma. «Lo yoga mi serve a mantenere la muscolatura forte e fl essibile e le articolazioni mobili, a rimanere in allenamento – spiega – ma mi serve molto anche a livello mentale per accrescere la mia positività.
Lo yoga insegna a stare presenti nel momento presente, ed è bellissimo perché così ci si gusta davvero la vita». Anche solo mezz’ora al giorno. Tra un impegno di famiglia e l’altro, tra una corsa in bici o un lavoro in giardino, tra un appuntamento mondano e una raccolta fondi per la onlus da lei fondata “Sciare per la Vita”.
E adesso ci sarà anche lo YogaDay. Deborah lo aiuterà a espandere la consapevolezza a Treviso, e più in là. Una missione importante. Che ha bisogno di una campionessa. (FN)
Namasté