Definiamo stress tutto ciò che ci infastidisce, dalle cose che non vorremmo fare alle persone o eventi che disturbano la nostra quiete e serenità. È così che la parola “stress” ha cominciato ad essere legata a qualcosa di negativo, ma in natura non è così!
Lo stress è costituito da ogni variazione ambientale esterna (stressor) che perturba l’equilibrio (omeostasi) del nostro organismo, il quale cerca immediatamente di adattarsi per sopravvivere, sviluppando nuove abilità. Lo stress può essere di varia natura, può nascere da uno stressor psichico, fisico, chimico, termico o alimentare. Per esempio un improvviso colpo di calore o di freddo è uno stressor termico, un allenamento per la maratona è uno stressor fisico, un’alimentazione priva di frutta e verdura è uno stressor alimentare mentre un lutto è uno stressor psichico. Basterebbe quindi eliminare l’ambiente esterno con le sue caratteristiche e le sue interazioni con il nostro organismo per stare bene! Tuttavia l’essere umano esiste solo in virtù del suo rapporto con l’ambiente circostante, con le persone, con il mondo.
Per comprendere bene il valore dello stress dobbiamo prima comprendere come funziona il nostro Sistema Nervoso Autonomo (SNA), che regola tutte le funzioni involontarie del nostro corpo, dal battito cardiaco, alla sudorazione, dalla digestione alla pressione sanguigna. Il SNA ha due modalità di funzionamento:
- modalità ortosimpatica, che si attiva quando il corpo è sottoposto a stress per garantire la sopravvivenza dell’individuo;
- modalità parasimpatica, che si attiva quando è cessato lo stress per riparare il corpo e far crescere le capacità di affrontare meglio il prossimo contattato con lo stressor.
Quando “subiamo” uno stress, nella prima fase dobbiamo resistere e sopravvivere, nella seconda (quando lo stress è cessato) dobbiamo ripararci e implementare la nostra capacità di affrontare il prossimo stress. È così fin da piccoli: piccoli stress quotidiani ci “allenano” a sviluppare nuove potenzialità.
Perché sia costruttivo, lo stress deve però avere determinate caratteristiche di intensità e durata. Gli stressor troppo forti per intensità o durata rispetto alla nostra personale capacità di adattamento sono dannosi e vengono definiti “distress”, mentre gli stimoli adeguati che ci mettono in difficoltà ma non superano la nostra capacità di adattamento vengono definiti “eustress”. Quindi per crescere, evolvere e migliorarci ogni giorno non dobbiamo sfuggire allo stress demonizzandolo, possiamo addirittura ricercarlo, uscendo dalla nostra quotidianità, dalla nostra zona di confort, facendo nuove esperienze e incontrando persone nuove, senza dimenticare che nel processo di adattamento allo stress ci sono due fasi ed è fondamentale riservare sempre del tempo di qualità alla seconda, quella del riposo (di cui ho già parlato nell’articolo sullo shabbat).
Ti auguro quindi di imparare presto a far fruttare lo stress con l’intensità e la durata adeguate alla tue capacità e visto che si avvicina la pausa estiva ricordati dell’importanza del tempo del riposo! Buone vacanze!
Dott. Paolo Bruniera
Fisioterapista osteopata D.O.
Fondatore e direttore della Nuova Scuola di Osteopatia
Gestisce il centro osteopatico Breath of Life Studio